Sono i giorni più belli dell’anno.
Vendemmiare sfogliare, torchiare non sono neanche lavori;
caldo non fa più, freddo non ancora; c’è qualche nuvola chiara,
si mangia il coniglio con la polenta e si va per funghi.
CESARE PAVESE
Proprio come scriveva Pavese, i giorni della vendemmia sono i più belli dell’anno. Dopo esserci presi cura, per un anno, delle nostre vigne, è giunto, finalmente, il momento di raccogliere i frutti e iniziare il processo di vinificazione.
Quest’anno la nostra vendemmia è iniziata le ultime settimane di agosto per finire in questi giorni.
La raccolta è stata seguita in ogni suo passaggio dalla nostra squadra, con la massima attenzione. Un team formato da persone qualificate, una grande famiglia, legata dall’amore per questo lavoro. Ogni persona si è occupata di cogliere con cura ogni singolo grappolo, uno a uno come una volta, e adagiarlo all’interno delle cassette, per poi essere portate direttamente in cantina. Proprio perché la nostra vendemmia è del tutto manuale, richiede la massima concentrazione nella selezione meticolosa dei grappoli maturi e belli, scartando quelli “difettosi”.
La mattina presto eravamo già tra i filari delle vigne così da riuscire a vendemmiare nelle ore più fresche del giorno, solo così siamo riusciti a non far scaldare troppo i grappoli sotto il sole ancora forte di questo periodo.
I criteri della vendemmia
Le fasi della vendemmia sono semplici, ma seguono sempre criteri precisi e non trascurabili.
Nel nostro caso, per prima cosa, sono stati vendemmiati i filari destinati al rosato, Follia à Deux, il vino che da inizio al processo di vinificazione annuale.
Il vigneto del rosato è lo stesso del Mor di Roccia e il vitigno è Foglia Tonda, la sua raccolta avviene sempre nelle ultime settimane di agosto.
Terminata questa raccolta, i primi giorni di settembre, abbiamo proseguito con la vendemmia nei rispettivi vigneti 2 Venti e Mor di Roccia, destinati alle omonime etichette.
Per ogni tipo di vino, una volta avvenuta la raccolta, abbiamo diviso le cassette in cantina per dare il via al processo immediatamente successivo, la diraspatura. La diraspatura permette di separare gli acini dell’uva dai raspi, evitando che le sostanze (pectine, tannino, cellulosa e resine) contenute in questi conferiscano al vino caratteristiche negative o indesiderate di sapore e profumo.
Di seguito alla diraspatura, abbiamo depositato gli acini in grandi tini di cemento, pronti per la fase successiva, ovvero la pigiatura.
Come continua il processo di vinificazione?
Un po’ di pazienza, siamo impegnatissimi a trasformare l’uva in vino ma… Ve ne parleremo di certo nel prossimo articolo!
Un saluto dal team Podere Anima Mundi e continuate a seguirci nella nascita di un buon vino.