Mangiare i solfiti, non c’è niente di più comune. I solfiti sono anzitutto un conservante/antiossidante e un allergene. Come conservante/antiossidante vengono utilizzati diffusamente negli alimenti (vino compreso). Come allergene, quando le quantità superano i 10 mg/l o 10 mg/kg, devono, per legge europea, essere indicati in etichetta, proprio come il glutine, la frutta secca, le uova, le arachidi, i crostacei ecc.
Nel mondo del vino naturale i solfiti vengono demonizzati da molti. Alcuni produttori scelgono di non aggiungerli affatto ai loro vini, altri ne aggiungono pochi (rispetto alle quantità permesse dalla legge). Se il vino oggi è un piacere, per secoli è stato anzitutto un alimento come il pane, tanto che veniva prescritta la dose giornaliera a persona sia negli orfanotrofi che nelle carceri. Perchè? L’acqua era fonte di malattie, non esistevano le fognature e quindi, soprattutto nelle città, si preferiva bere vino, che era più sicuro (in quanto liquido fermentato).
I solfiti sono onnipresenti nella maggior parte degli alimenti che consumiamo quotidianamente, dal vino al pesce, dal fico secco alla senape. Non solo la moderazione, ma la consapevolezza di ciò che si mangia e si beve è ciò che vogliamo sottolineare in questo breve articolo.
Come riconoscere i solfiti in etichetta
La fissazione e demonizzazione di questo conservante oggi probabilmente si basa molto sulla moda, nonché su una certa ignoranza diffusa: il vino senza solfiti, i panificati senza glutine, i dolci senza burro ecc. Ma lo sapete che quando mangiate i fichi secchi o condite la macedonia con succo di limone confezionato (non so perché dovreste farlo…), ingurgitate una buona quantità di solfiti?
Le “E” seguite da un numero a tre cifre (da E220 a E228) che trovate in etichetta sono riferite agli 8 tipi di solfiti aggiunti ai prodotti.
Mi sono data un’occhiata alle quantità medie di questo conservante, aggiunte agli alimenti più comuni. Le condivido con voi.
I cibi più comuni che contengono solfiti
Se non vi spaventate troppo, andate a dare un’occhiata anche voi agli additivi alimentari utilizzati dall’industria alimentare.
Ho fatto queste due tabelle per chiarire le differenze nelle quantità di solfiti in alcuni alimenti, solidi e liquidi (vino). Nella prima ho inserito qualche esempio di alimenti comuni con solfiti superiori ai 100 mg/kg o 100 mg/l. Nella seconda le quantità di solfiti permesse nei vini secondo i tre principali regolamenti in materia.
PRODOTTO | QUANTITÀ |
---|---|
Albicocche, pesche, uva, prugne e fichi secchi | 2000 mg/kg |
Funghi secchi | 100 mg/kg |
Pomodori secchi | 200 mg/kg |
Succo confezionato di lime e di limone | 350 mg/l |
Prodotti a base di patate disidratati (es. purè in fiocchi) | 400 mg/kg |
Patate congelate o surgelate | 100 mg/kg |
Crostacei e cefalopodi freschi, congelati e surgelati (es. granchi, totani, seppie ecc.) | 150-300 mg/kg |
Senape di Digione | 500 mg/kg |
Albicocche, pesche, uva, prugne e fichi secchi | 2000 mg/kg |
TIPO DI VINO | VINO CONVENZIONALE (Reg. CE n°606/2009) | VINO BIOLOGICO (Reg. CE 203/2012) | VINO BIODINAMICO (Reg. Demeter 2018) |
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Vini rossi | 150 mg/l | 100 mg/l | 70 mg/l |
Vini bianchi e rosati | 200 mg/l | 150 mg/l | 90 mg/l |
Vini passiti | a 300 mg/l (in base al grado zuccherino) | + 30 mg/l | / |
Vini frizzanti e spumanti | 185-235 mg/l | 205 mg/l | / |
Regolamenti (da conoscere) sul vino
- “Limiti riguardanti il tenore di anidride solforosa dei vini”: Regolamento CE N. 606/2009, allegato IB (da pag. 42)
- Regolamento sul vino biologico CE N. 203/2012
- Regolamento Demeter 2018
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